Corrado Margutti (1974)
Leon

L’amico Orfeo Cout ci lasciava improvvisamente e prematuramente nel marzo del 2017. Negli anni in cui lavoravamo assieme ai nuovi brani, lui era solito modellare i testi scritti per me, anche e non solo sulla base delle esigenze ritmiche o di quantità. Alla sua morte ha lasciato tre versioni a me dedicate, lievemente diverse tra loro ma complete, di “Léon”, poesia che narra le ultime drammatiche vicende del partigiano Martino Dublanc di Issogne. Due di esse sono in patois con traduzione italiana, e una soltanto in italiano. Ho usato interamente la versione in italiano per l’introduzione recitata e ho, con la collaborazione di François Philippot, redatto (come eravamo soliti fare con Orfeo in vita) una versione unica che utilizza i versi musicalmente più congegnali delle due versioni in patois. Le parole di Aléxandros Panagulis, altro grande partigiano di un tempo e di un luogo diversi rispetto a Léon, sono state scritte dal carcere greco in cui era rinchiuso e si accostano al testo di Orfeo come un corale di addio, colmo di amarezza ma anche di speranza.
Torgnon, 17.VIII.2024
Corrado Margutti

Testo

Léon
In piquió miquio, poza su in pra, qué avéquie én ba.
Ou “Gran Pérlo” té sembie d’éhtre én paradì,
ou mouentén di biole, di brenve é di fahì.
La nét dou ventédo oht,
à l’hquiérétà di hatéle é dé la leunna,
in quinze son partì,
avo in tou cor lo coradzo di dégourdi qué penson pa a moueri.
Lo pas di hcarpon dessù la tsarire,
lé feusi qué bâton déssù l’ehtseunna,
lé fôie dé dzah qué tsanton ou lor pasadzo,
gneun prèdze, queut iton quéi é avequion Léon.
Lo maten l’hquiérétà é lé crep di feusi,
fan trembié la tèra é piouré lé mamme
é crié i minà… “pappa y èi pouire”.
Ou miten dou feun é dou fouà,
Léon y at lévasé é y at dehtsarza queut lé crép qué y ave in tou mousquet,
ma cahquen y at braià:
“Léon y at campà! Léon y at ità ciapa! Léon y et mort!”.
Orfeo Cout

Na to potísis
Mi klès ia mèna
as xèris pos pethèno
na me voithìsis de borìs
Ma des ekìno to lulùdi
ia kìno marènete su lèo
Na to potìsis
+
Ena lulùdi kòpike
ki i ji
èjine tòra piò ftoscì
+
Se charès ke se lìpes
lulùdia skotònume
Prèpi àraie?
Aléxandros Panagulis
Trascrizione dal greco di Corrado Margutti

Traduzione

Léon
Una piccola casa, posata su un prato, che guarda in basso.
Al “Grand Pérlo” ti sembra di essere in paradiso,
in mezzo alle betulle, agli abeti e ai faggi.
La notte del 22 agosto,
al chiarore delle stelle e della luna,
in quindici son partiti,
con nel cuore il coraggio dei ragazzi vivaci che non pensano alla morte.
Il passo degli scarponi sulla mulattiera,
i fucili che battono sulla schiena,
le foglie di castagno cantano al loro passaggio,
nessuno parla, tutti stanno zitti e guardano Léon.
Al mattino la luminosità e i colpi di fucile,
fanno tremare la terra, piangere le mamme
e gridare ai bambini… “papà ho paura”.
In mezzo al fumo e al fuoco,
Léon si è alzato e ha scaricato tutti i colpi che aveva nel fucile,
ma qualcuno ha gridato:
“Léon è caduto! Léon è stato colpito! Léon è morto!”.

Annaffialo
Non piangere per me
sappi che muoio
non puoi aiutarmi
Ma guarda quel fiore
quello che appassisce ti dico
Annaffialo
+
Un fiore è tagliato
e la terra
è diventata più povera
+
Nelle gioie e nelle tristezze
uccidiamo i fiori
Ma perché?

Traduzioni di Corrado Margutti